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Il Piemonte, tra le più estese a livello di superficie, è anche la regione più occidentale d'Italia ed una delle più popolose (conta circa 4 milioni e 400.000 abitanti). Potrebbe essere equiparata ad un gioiello incastonato: Francia (a ovest), Valle d'Aosta (a nord-ovest), Svizzera (a nord), Lombardia (a est), Emilia Romagna (sud est) e Liguria (a sud).
Geografia e confini
Il territorio piemontese si compone di tre fasce concentriche: la zona alpina e appenninica, con le Alpi Occidentali e gli Appenini liguri; la zona collinare con il Canavese (nord-ovest), le Langhe e il Roero (a sud), il Monferrato (al centro) e, infine, la fascia pianeggiante.
La regione è attraversata da numerosi fiumi e torrenti, tutti affluenti del Po, le cime delle montagne disegnano un paesaggio aspro e imponente, la zona collinare è molto suggestiva con i vigneti, le coltivazioni di cereali, i frutteti e i noccioleti.
L'allevamento, che un tempo aveva un posto di primo piano, ora è maggiormente praticato nelle pianure meridionali.
Un po' di storia
La città di Torino, capoluogo piemontese, è stata anche capitale storica da qui si deduce l'importanza del Piemonte e della città di Torino nella storia nazionale.
Si legge che i primi insediamenti sul territorio risalgono al paleolitico: nell'alternarsi di popolazioni e assedi compaiono i celti e i liguri (nel primo millennio a.C.), seguiti nel tempo dai romani e da numerosi altri popoli tra cui burgundi, goti, bizantini, longobardi, franchi, ungari e saraceni.
Il primo tentativo di unificare il territorio, diviso in contee e marche, arrivò nell'XI secolo con Olderico Manfredi II. Ma il vero e proprio processo di unificazione piemontese iniziò molto più tardi: Emanuele Filiberto e i suoi successori poterono avviare l'unificazione solo dopo la pace di Cateau-Cambrésis (1559), ultimato nel 1748 con il trattato di Aquisgrana.
Conclusa la dominazione napoleonica (1798-1814), il Piemonte rivestì un ruolo centrale nel Risorgimento italiano e nella costruzione del nuovo Stato unitario (1861), dal lato della struttura giuridica e politica (Statuto Albertino del 1848) e del personale amministrativo.
Il contributo piemontese a livello politico e sociale fu cruciale: gli scioperi operai durante le guerre mondiali (nel 1917 e nel 1943), le personalità importanti come Gramsci e Piero Gobetti (anni venti), l'intensa partecipazione alla Resistenza (1943-1945), l'innovazione di Adriano Olivetti (anni cinquanta), l'autunno caldo (1969).
Al Piemonte va riconosciuto, inoltre, un processo di modernizzazione e industrializzazione rapido e sorprendente: da un assetto pressoché agrario, il Piemonte già nei primi anni del '900 era diventato un polo importante del triangolo industriale. Il ruolo preponderante della FIAT attrasse, negli anni cinquanta e sessanta, un grande flusso migratorio dal Veneto e dal meridione.
Tradizioni enogastronomiche
Bagna càuda con verdure
Fonte foto: Wikipedia [Di Masaaki Komori from Tokyo, JAPAN - stick salad with Bagna càuda dip, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=8204039]
La cucina piemontese potrebbe essere così riassunta: il culto del tartufo, gli agnolotti, il bollito misto e il re dei vini, il Barolo. La bagna cauda è senz'altro un altro elemento identitario.
Si tratta di un rito conviviale più che di un semplice piatto: la bagna cauda è una salsa a base di aglio, olio extravergine d'oliva e acciughe dissalate, i commensali attingono da un unico recipiente, detto diàn o fojòt. Si ottiene dopo una sapiente cottura.
Gli agnolotti piemontesi sono una specialità di pasta ripiena tradizionale del Piemonte: hanno forma quadrata, il ripieno a base di carne arrosto nella maggior parte dei casi è racchiuso da due sfoglie di pasta all'uovo.